lunedì 12 marzo 2012

MANUALE DI SOPRAVVIVENZA: E’ FACILE USCIRE DALLA "SINDROME DA FALLIMENTO CRONICO" SE SAI COME FARE- PRIMO PASSO



 Amici, luminari e luminarie, miei esimi colleghi,
inizierò questa mia con una doverosa nota dolente: vorrei confermare che ad oggi non esiste una cura che ci salvi dalla SDAFCR “Sindrome Da Fallimento Cronico”  e anche se - sì,  la medicina moderna ha fatto passi da gigante ( naturalmente non in Italia ma all'estero come sempre) - questo tipo di malattia, diffusa ormai a macchia d'olio in tutte le categorie sociali, proprio per la sua difficile e complessa sintomatologia e la sua capacità mimetica, è classificata tutt’oggi come INCURABILE.

Ma non ci faremo certo deprimere da questo. Siamo già depressi. Giusto?

Quindi voglio assolutamente consolarvi dicendo che: è possibile convivere con la sindrome, anzi, senza timore di venir additato come un ciarlatano dai luminari della medicina moderna, posso affermare che essa, se ben conosciuta e allenata, sì ALLENATA, può addirittura diventare una nostra preziosa alleata.

Cari, Care, Cori, la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi ma quella lenta è finita sotto una macchina, quindi bando alle ciance e affrontiamo  una delle sindromi più diffuse e pertinaci del nostro piccolo mondo teatrale ma comme j'ai deja dit   anche del così detto “mondo tutto” e aggiungo  con esiti a volte assai più tragici , la “SINDROME DA FALLIMENTO CRONICO” o "DA ATTORE FALLITO " (dal greco Σύνδρομο απέτυχε ηθοποιός, dal finlndese oireyhtymä epäonnistunut näyttelijä dal coreano증후군은 배우 실패 almeno credo) è stato per me uno studio diventato presto una missione, appassionante e terribile in egual misura,  e che purtroppo, nella difficile ricerca di una valida metodologia seppure palliativa, mi ha tenuto per molto tempo lontano dai palcoscenici italiani.
Alcuni “ATTORUCOLI”, di cui non voglio fare il nome, affermerebbero che sono “i palcoscenici italiani ad essersi allontanati da me”! Ma non ascoltiamoli. Non ascoltiamoli mai più, anzi, prendiamo spunto da questa deprecabile, ignorante, bassa e per di più falsa affermazione (!!!) per affrontare insieme il primo passo dei dieci che ho teorizzato e messo in pratica  per convivere  con la  “Sindrome Da Attore Fallito”.

Vediamoli insieme:

PRIMO PASSO – l’Allontanamento dal mondo conosciuto
I primi sintomi della SDAFCR (mi rendo conto ci sia da deprimersi anche solo tentando di menzionarla!) solitamente sono accompagnati da una sensazione di torpore. Successivamente si comincia ad osservare ossessivamente le pareti della propria casa in affitto e ci si chiede se un giorno sarà possibile averne una propria, immediatamente si pensa al lavoro che si è scelto, quello precario dell' "arte drammatica", e si comincia a piangere cercando uno spigolo appuntito sul quale far ricadere la testa... se siete ahimé arrivati a formulare questo pensiero siete già da troppo tempo a casa, senza l’ombra di un quattrino, di un provino, e di un lavoro ed è qui che la SDAFCR trova terreno fertile.  
Solitamente la sindrome entra in fase conclamata quando passate a farvi domande del tipo chi diavolo ve l’ha fatto fare? Perché non avete scelto un altro lavoro?! E cominciate a teorizzare che forse la vita per voi ha altro in serbo, e potreste far diventare un "lavoro vero" uno dei vostri hobby "scaccia suicidio" come quello della cucina, dei ferri da calza, degli origami....Ora fate un respiro profondo: siete malati, voglio che lo sappiate, ma per uscirne avete me.
Prima di tutto evitate accuratamente di dire a chichessia la volontà di cambiare vita: potreste sentirvi dire che fate bene, quindi fin dal primo momento in cui si dovesse presentare questa serie di sintomi, evitate accuratamente di avere qualcuno vicino; so che può sembrare crudele, ma vi prego, questo è molto importante per la riuscita della cura. Se siete fidanzati sfidanzatevi, se avete degli amici, dite loro che state partendo per un lungo viaggio, e, quando loro vi chiederanno dove diavolo avete trovato i soldi visto che non lavorate da mesi, riagganciate immediatamente e gettate via la SIM del vostro cellulare. 
Infine, nei casi peggiori, se avete un vostro doppio a piede libero come nel mio caso Federico A. tramortitelo e rinchiudetelo in uno stanzino, dopo un po’ smetterà di grattare alla porta (con Federico A. ha funzionato).

giovedì 1 marzo 2012

MANUALE DI SOPRAVVIVENZA-SECONDO PASSO: caricarsi di energia positiva


Avete gettato via la Sim del vostro telefonino, chiuso la porta a doppia mandata e gettato la chiave di casa vostra nel wc tirando lo sciacquone più volte?
Bene. 
Respirate a fondo. 
Fatelo unaltra volta e soffiate. 
Soffiate via ogni perplessità, vedete come “soffiare” rende tutto così semplice?
Soffiate, soffiate via ogni piccolo appello alla razionalità e soprattutto soffiate via quel quesito.
Soffiate, soffiatelo via: sorrido perché so già cosa vi state chiedendo e la risposta è No! No! No! 
Assolutamente No!
No, nel modo più assoluto: nessuno dei vostri amici attori si è accorto della vostra assenza, e se anche doveste venire in mente a qualcuno di loro sarebbe per un avere un prestito o per ridarvi dei soldi: non trovandovi nel primo caso il vostro “amico attore” chiederà tranquillamente al successivo “amico attore”.
Nel secondo caso si sarà premunito e avrà già cambiato numero di telefono.  
Soffiate, soffiate via tutto!
Ora è il momento di tirare fuori una corda no, non per impiccarvi: capisco siate depressi ma cerchiamo di enucleare nuovi e più giovani concetti!
Dovrete legarvi accuratamente le mani e sedervi a terra.

*a piè pagina le istruzioni per farlo.

Le prossime due ore saranno decisive e dovrete radunare tutte le vostre forze per non, pentirvi e ravanare” con la mano nella pozza del vostro water incuranti di cosa troverete alla ricerca delle chiavi perdute, maledicendo il giorno in cui vi siete soffermati a leggere il mio Manuale pensando -tra laltro- che probabilmente siete stati gli unici così boccaloni da prendervi la briga di farlo,  e soprattutto di eseguirlo, ma voi:
soffiate, soffiate via tutto.

Non temete io sarò la vostra forza.
Non temete l’ IPERVENTILAZIONE non è un effetto collaterale:  è una porta che si sta aprendo.

Dovrete chiedervi ad intervalli regolari:
Come ha fatto Federico B. a recuperare una parvenza di idealismo ed io come posso fare?
Com’è tornato Federico B. a credere nel futuro ed io come posso?
Come sa Federico B. di essere il più grande attore del globo ed io come posso meritarmi almeno un secondo posto?
 Come posso e come riesce Federico B. ad essere sempre così positivo?
Sentite come la mancanza di ossigeno rende tutto chiaro, sentite come la risposta è viva e presente nella vostra mente, come riesce Federico B. e voi come potete? Ditelo. Quella è la risposta:
BEVENDO!
Ora alzatevi e dirigetevi verso la dispensa. Tirate fuori tutto lalcool che avete a disposizione, anche quello Etilico va bene, anzi  è ingiustamente sottovalutato ma è delizioso e lo consiglio anche a voi (per un sorso di RIO-CASAMIA o ANATRA WC -che è più barricato- poi,  potrei arrivare anche ad uccidere...).
Con il metodo di self-bondage che ho riportato in fondo poi, state tranquilli, riuscirete comodamente a prendere una bottiglia risedervi a terra, stapparla con i denti e berne il contenuto.
Come dite? Siete àstemi?
Allora, CHIARIAMOLO IMMEDIATAMENTE: IO SAREI “CAT…TOLICO” (mi pare si scriva così giusto?), MA rispetto il credo di ognuno e credo che anche voi “àstemioti” possiate prendervi delle libertà; il mio è un manuale che non tiene conto dei diversi credi religiosi, e non vorrei inerpicarmi su terreni impervi e offendere la sensibilità di qualcuno, quindi amici àstemi…fate un po’ come vi pare… e SEMPRE SIA LODATO!
Una volta bevuto, tutto mi raccomando è importante, tutto il contenuto, e vi sentite quanto meno rilassati (dico così perché a me ne servono almeno tre) possiamo passare al passo successivo.  
NB Ho avuto un dubbio e devo dire che ho fatto bene! Ho cercato su wikipedia la parola “Astèmio”, e vi ringrazio, Grazie! Devo essere stata per voi un bello spettacolo, una bella scimmietta a cui gettare perle al circo! Sappiate che io non posso sapere tutto! E comunque chi credete sia io?! Un novellino? Vostra madre?!  Siete attori non potete essere “astèmi” , bevete tutto e andiamo avanti!

In pratica il sogno di coloro che praticano il self bondage. http://www.drfatso.org/TecnicheSelf/mani.htm 





Vi serviranno circa due metri di corda, 
un doppio moschettone 
(carabiniere) ed un elastico, 
del tipo resistente e largo tanto 
quanto i Vs. polsi uniti, 
non di piu' (scappa) non di meno (stringe). 
Fate un cappio da un capo della corda ed 
un nodo semplice all'altro capo. 
A circa 20 cm dal nodo semplice 
fatene un altro che blocchi l'elastico 
Inserite un polso nel cappio 
ed usate il carabiniereper bloccare l'altro capo.
 




Arrotolate la corda intorno all'altro polso,
stringendo fino a che non vi possa piu' uscire
la mano.
 




Ripetete intorno 
all'altro polso e continuate,
alternando i polsi, facendo un "8" intorno ai polsi.Quando arrivate all'elastico,fatelo passare sopra le mani fino ai polsi.







A questo punto aprite il carabiniere 
per sbloccare la corda. 
Nelle foto la sequenza viene 
eseguita con le mani davanti. 
Con un po' di esercizio 
potrete farlo anche con le mani 
dietro alla schiena.