venerdì 4 novembre 2011

MOVIMENTI DI PROTESTA PARTE PRIMA

Prima di tutto le dovute premesse: non ho fatto vacanze e non ho bevuto nessun mojito su una spiaggia assolata lasciandomi carezzare dalle onde di fronte ad un tramonto accecante.
No, niente di tutto questo. Perciò - credo capirete - sono incazzato nero.
In compenso, mentre quel cuor contento di Federico A. e G., suo fido scudiero, cercavano dopo il trasloco di raccapezzarsi tra uno scatolone e una rinfrescata alle pareti del nostro nuovo bunker, io Federico B, ho avuto, come è giusto,  molto tempo per pensare alla mia carriera.
Incurante delle loro grida d'aiuto per me  lontane kilometri e kilometri, mi sono lanciato ad esplorare il web alla ricerca del "Provino"con la P maiuscola, "Quel" provino.
Il "Provino", quello che poi si ricorda con affetto e malinconia durante una cerimonia di premazione, il provino che darà finalmente inizio alla mia carriera, e che mi avvicinerà, lo so - ohh come lo so -  sempre più al David di Donatello.

Vorrei notaste che, rispetto al passato, ho deciso di ridimensionare di molto le mie aspettative.
Ho voluto abbandonare, per il momento, la corsa verso l'Academy Award; il motivo è chiaro: ho scoperto che, per andare a Los Angeles, non ci sono transatlantici in economy e dovrei prendere un aereo, di conseguenza fare fuori una boccetta di Valium corretto rhum per affrontare il viaggio.
Ora, nonostante la mia attrazione per gli psicofarmaci, affrontare un viaggio di quella portata e rischiare di stroncare una carriera sul nascere in fondo all'oceano Atlantico non mi trova in alcun modo d'accordo. Mi scuserete... non voglio deludervi,  ma voglio essere assolutamente sincero.
Quindi il David sembra più alla mia portata, un "Freccia Rossa" verso Roma e verso la gloria.

Il "Provino""Quel" provino,  non mi è apparso.
In compenso, scartabellando da un quotidiano on-line all'altro, si assomavano -una a una- notizie che mi lasciavano interdetto, sorpreso, incredulo...
Sembrava - ma confesso che ancora non ci credo - che un nutrito gruppo di "lavoratori dello spettacolo" avesse deciso di uscire dalle proprie polverose sale prove e di apparire alla luce del giorno e di - cito - "protestare contro i tagli del Fus", "L'INDIGNAZIONE non è più SUFFICIENTE" - dichiara un'attempata attrice (con improbabile toupé "Rosso Strehler" noto io"COSTRUIAMO insieme il mondo in cui VOGLIAMO VIVERE!"
Basito riflettei. 
Non che io ne sappia molto di  manifestazioni di protesta, ma se una categoria, come quella degli "attori", con un sindacato che in quanto a influenza e prestigio può eguagliare solo quello delle prostitute senza permesso di soggiorno, decide di fare la sua comparsa a suon di cartelli e urla nel mondo civile, io non potevo essere da meno e volevo essere annoverato in quelle fila.

Lo confesso: già pregustavo il sapore del sangue, lanci di sanpietrini, fumogeni e io portato via, da due sbirri ammanettato, con ancora in bocca il lobo di qualcuno morso via a forza nella colluttazione, urlando a squarciagola " E NOI CHE ATTORI SIAMO MENIAM-MENIAM-MENIAMO!".
Di seguito, naturalmente, sarebbero seguite  interviste sui giornali, la descrizione dei fatti a Porta a Porta con me in miniatura e un plastico della Piazza, poi ospite fisso alla Vita in Diretta, e il mio primo film di denuncia sulle tristi vicende di quei giorni grazie al quale venivo incoronato dalla critica l'erede di Gian Maria Volontè... Sì!
Decisi che era la strada giusta, dovevo protestare conto i tagli del FUS.
Il Fus. A quanto ne sapevo poteva essere la marca di una supposta o l'abbreviazione di un fustino convenienza ma non importa.
Solo più tardi seppi il significato della parola Fus ovvero "Fondo Unico per lo Spettacolo" e già mi sapeva di fregatura ( per "fondo" ho sempre inteso fondo di barile).
Capiì praticamente subito che non mi ero allontanato molto dalla verità.

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